Wednesday, 24 April, 2024

 

Relazione Emergenza Climatica e Ambientale


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Delibera n. 15/2019
Seduta del 26 settembre 2019

Presidente, sindaco, assessori, colleghe e colleghi consiglieri.

Se siamo qui oggi a discutere della dichiarazione di emergenza climatica ambientale nella nostra città lo dobbiamo a quella decina di giovani che con costanza e determinazione tutti i venerdi si sono riuniti nella nostra città per richiamare l’attenzione sui cambiamenti climatici.

Ci hanno urlato che non c’è un pianeta b né un piano b. Che il tempo per fare qualcosa si riduce sempre di più. Che c’è bisogno di trasformare abitudini quotidiane e di adeguarle a quello che la sostenibilità del pianeta, oggi, ci richiede di fare.

Eppure negli ultimi decenni sono stati tantissimi cittadini, comitati e associazioni impegnate per la difesa e la tutela dell’ambiente che non hanno abbassato la guardia e che hanno offerto un contributo, molto spesso, non solo in termini di mobilitazione ma soprattutto di analisi e ricerca su cause e danni direttamente ai cittadini. Ma troppe volte anche la politica e le istituzioni hanno minimizzato gli impatti che le politiche di questi hanno prodotto nei nostri territori.

Non è più il tempo delle pacche sulle spalle, dei “bravi questi ragazzi, ma loro non sanno che”, non è più il tempo dei consigli paternalistici. Non è più il tempo del compromesso, delle soluzioni annacquate.

Greta Thumberg ci ha ricordato che «gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi, e se sceglierete di fallire non vi perdoneremo mai ma il mondo si sta svegliando. Il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no».

E questo è il momento delle scelte. Scelte che non possiamo, anche noi, più rimandare.

Oggi, infatti, discutiamo di un atto di responsabilità di questo consiglio prima di tutto nei confronti dei nostri concittadini, poi del nostro pianeta.

Non possiamo sperare che la temperatura non aumenti oltre il grado e mezzo senza fare nulla o aspettando solo che gli stati e gli organismi sovranazionali intervengano imponendo dall’alto norme e misure per questo.

Questo è il momento della condivisione delle scelte e delle strategie e l’esempio è stato lunedi alla Chiesa del Carmine quando insieme all’amministrazione comunale e ai tanti consiglieri – che ringrazio per la partecipazione – abbiamo ascoltato tanti cittadini, comitati, associazioni e sindacati che hanno voluto dire la propria. Che hanno voglia di partecipare, non solo, che hanno voglia di impegnarsi in prima persona per fare qualcosa.

Abbiamo dato corso a una buona prassi, abbiamo cercato di intercettare la voglia di partecipazione dei cittadini che quando sono coinvolti rispondono con entusiasmo. Ed é su questa scia che dobbiamo, o continuare.

Perché dichiarare l’emergenza climatica e ambientale in una cittá significa che siamo tutti coinvolti e che vogliamo rifondare la nostra comunità sui principi della salute, della sostenibilità, del futuro e della speranza riconoscendo le responsabilità storiche del cambiamento climatico.

Per quest ova dato ogni possibile contributo per contenere all’interno delle competenze del Comune di Avellino l’aumento delle temperature globali entro il grado e mezzo e fissare l’obiettivo di riduzione a zero delle emissioni di gas climalterni per il 2030 considerato che la scadenza del 2050 appare, oggi, già superata.

Si assuma priorità al contrasto al cambiamento climatico garantendo la necessità base per la sopravvivenza e la rigenerazione degli ecosistemi

Che le misure di contrasto mitigazione e adattamento vengano implementate secondo il principio di giustizia climatica. I costi di transizione non devono gravare sulle fasce più deboli della popolazione ma devono essere sostenuti soprattutto da chi ha causato i maggiori danni ambientali.

Servono ancora misure per l’incremento della raccolta differenziata e scuole e una città libere dalla plastica monouso.

E l’idea di una comunità educate ci impone di  partire da quest’aula e  al giorno d’oggi la testimonianza e l’esempio sono un atto  di rivoluzionario. Non possiamo chiedere ai nostri cittadini sacrifici se non siamo disposti noi per primi a modificare le nostre abitudini.

Eliminare la plastica monouso da quest’aula, e vedo già con piacere che alcuni colleghi hanno iniziato a farlo, e da tutti gli edifici comunali è il primo atto. Chiedere anche alla società che gestisce la mensa scolastica di fare altrettanto.

Una misura simbolo in grado,però, di invogliare la cittadinanza a cambiare il proprio stile di vita. La politica è chiamata a decidere e noi siamo chiamati ad individuare fondi e risorse per convertire energeticamente e termicamente tutti gli edifici pubblici rendendoli autofussicienti grazie all’energie solare e al solare termico ma soprattutto riducendo lo spreco energetico e migliorandone l’efficienza.

Crediamo che una misura necessaria sia l’istituzione di una campagna informativa pubblica coinvolgendo diverse istituzioni e stakeholder sui cambiamenti climatici e sugli stili ecocompatibili da promuovere.

Il nostro territorio – come circondavano anche durante l’incontro – é stata vittima di numerosi danni ambientali. Dalla tragedia dell’isochimica -per il quale domani riprende il processo a napoli (e rinnovo la richiesta di impegno di questa amministrazione di riportare il processo in citta)- gli incendi all’irm e alla novolegno degli scorsi anni fino ad arrivare  all’invendio dell’ics.  Questo é stato un acceleratore di preoccupazione è di consapevolezza

Ci viene in soccorso,grazie a questa delibera, il principio di giustizia ambientale. Se il comune vorrà seriamente discutere di riconversione green dell’area industriale di avellino potrá rifarsi proprio a questo.

Vista la prassi intrapresa pensiamo che sia necessario, o meglio che sia opportuno, che il comune convochi un’Assemblea Cittadina per l’Ambiente ponendola al centro di un percorso partecipativo che possa coinvolgere la cittadinanza tutta nell’individuazione delle problematiche più urgenti, nella corretta informazione ambientale. E questo lo chiediamo proprio perché questa dichiarazione di emergenza climatica e ambientale non resti soltanto sulla carta o nelle dichiarazioni di principio. Immaginiamo una consulta pubblica aperta a tutte le forze consiliari, le realtà politiche e sociali, le associazioni, i sindacati, le comunità ecclesiastiche e religiose, i cittadini e le cittadine della città che possano essere al centro di un nuovo patto sociale per l’ambiente, un vero a proprio green new deal.

Per continuare a lavorare non in ottica emergenziale ma in ottica di programmazione.

Ci auguriamo che la città di Avellino possa arrivare a un bilancio sociale allargandolo anche a un bilancio ambientale e che le misure che decideremo di mettere in campo possano essere oggetto, all’interno di specifiche sedute di consiglio comunale e di commissioni proprio per verificare l’attuazione e quindi per monitorare insieme ai cittadini quanto saremo stati in grado di fare.

Vedo tanti giovani consiglieri che in questa consiliatura affollano i banchi. E se sono i giovani che nelle piazze, domani scenderanno in piazza per il terzo sciopero globale – così come già la scorsa settimana in oltre 150 Paesi. Questa è un’occasione storica per noi. È un’occasione perché la questione climatica è una questione di democrazia e di uguaglianza.

Sentiamo parlare spesso degli sforamenti delle polveri sottili legati solamente ai disagi per i cittadini. Dobbiamo imparare a comunicare per far capire che ci sono delle misure necessarie che vanno attuate ma i cittadini vogliono anche delle misure concrete e delle proposte strategiche ed è per questo che scorrendo in una veloce carrellata alcune proposte e suggestioni venute fuori dall’incontro di qualceh giorno fa.

Un’analisi sul trasporto pubblico e sulla mobilità alternativa: non possiamo non pensare come la Metropolitana Leggera, ma più in generale i mezzi di trasporto pubblico locale, debbano integrarsi alle poltiiche di mobilità della città con le corsie preferenziali.

Uno sfruttamento del territorio – prima sentivo parlare con piacere l’assessore di consumo suolo zero – ma anche i problemi legati all’acqua, tematica che affronteremo in consiglio comunale prossimamente.

Ma anche l’analisi sui consumi delle strutture pubbliche proprio per organizzarle al meglio.

Ci sono poi delle azioni che l’amministrazione dovrebbe fare. Ad esempio condizionare l’assegnazione dei patrocini di manifestazioni, eventi e iniziative l’assenza di plastica monouso.

Ovviamente è un percorso educativo che vogliamo intraprendere. Educativo prima di tutto nei nostri confronti e poi nella nostra comunità.

Dobbiamo chiedere uno sforzo maggiore anche ai commercianti e in tutti i negozi dove c’è l’aria condizionata devono essere obbligati a tenere le porte chiuse perché questo rappresenta uno spreco di energia.

Quando andiamo all’estero troviamo città pulite dove non ci sono carte e cicche di sigarette a terra. Eppure abbiamo bisogno di ribadire e rafforzare i controlli non in ottica repressiva ma in ottica educativa. Potrebbero essere inserite sanzioni simboliche e riutilizzare i proventi per aumentare informazione e consapevolezza su questi temi, altrimenti ci ritroveremo tra un’anno verificando quanto fatto se effettivamente abbiamo modificato i nostri stili di vita.

Perché i ragazzi domani saranno in piazza: studenti, e mi auguro anche tantissimi tra noi, e cittadini. Questa non è una guerra generazionale, non ci sono i giovani che scalpitano per fare lo scalpo agli adulti. Questa è una lotta di ciascuno di noi per la sopravvivenza e più la rimandiamo e meno tempo abbiamo. Un giorno pensavamo di avere tempo fino al 2050 per cambiare i nostri stili di vita, oggi ci accorgiamo che il tempo si assottiglia sempre di più.

Non guardiamo questa occasione come una spada di damocle, guardiamola come un’opportunità per intraprendere un percorso virtuoso perché se è vero che non c’è un pianeta B, noi siamo chiamati oggi, anche in quest’aula, anche in questo piccolo comune a provare a tutelare e migliorare il pianeta che ci vogliamo tenere stretti.

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